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E
qui è avvenuto il miracolo di Seccheto,
perché, se i vecchi davano la rustica proprietà ai figli,
quest'ultimi ebbero il coraggio di trasformarla in sana, robusta
ed economica magione Certo non era più il tempo in cui molti di
quei vecchi raccontavano dei loro nonni che lavoravano nelle
miniere di Rio Marina per cavare minerale di ferro e dove si
recavano a piedi .parecchie vo1te alla settimana. Allora il
minerale veniva trasportato ancora sui navicelli nel Continente
fino a Bocca d'Arno, poi col "Biroccio" fino agli
Appennini del pistoiese e quindi con i muli fino alle ferriere di
montagna (Campo Tizzorro) dove si fabbricavano armi ed arnesi da
lavoro. Nel 1950 con 1'esempio di quella gente così laboriosa, in
Seccheto potei costruire una casetta dove l'idraulico 'il
Fabbretto' impiantò il primo bagno, esempio di tanti altri che
verranno messi in tutte le nuove case che il capomastro Giorgio
Martini stava costruendo. Quando mi sposai nel 1947 abitai per
qualche tempo al Baraccone e proprio in quell'angolo di pace maturò
e crebbe felicemente mia figlia Luciana. A Seccheto tutti
coloro che possedevano qualche ettaro di terra da coltivare;
avevano la possibilità di costruire abitazione e cantina
ricevendo un contributo dalla Cassa del Mezzogiorno sulle spese
subite. Ognuno quindi sacrificandosi fino all’inverosimile e
facendo la spesa con
il libretto per segnarvi il debito contratto con il commerciante
benevolo, lavorava da manovale, rompendosi le ossa per risparmiare
qualcosa su costo della manodopera e poi, dopo aver aspettato il
collaudo; ricevuti i denari, pagava il debito con impresario e
commerciante.
Poteva così riposare in pace in un Ietto decente, in
una casa pulita dove i figli potevano ricevere tutto l'occorrente
per la loro crescita e perché il lavoratore al ritorno potesse
avere la sua acqua per lavarsi la sua luce per vedere meglio;
senza consumarsi gli occhi con il lume a petrolio e la sua strada
per portare in fretta, magari all’ospedale, la propria moglie in
procinto di partorire. Così dal 1946 al 1956 Seccheto iniziò i1
suo massimo sviluppo e noi tutti interessati perché ciò
avvenisse demmo la nostra opera, ed il miracolo avvenne. I
secchetani si dettero a costruire con arte, alimentando lo spirito
di iniziativa, di creatività sapendo che chi non provava piacere
nell'arte non capiva il senso della bellezza e la soddisfazione
che provavano nel guardare la
loro opera crescere sempre più bella, compensava le mille
faticose gocce di sudore che emanavano fitte dal loro corpo. Anche
l'amico Scipione e dopo di lui molti altri ebbero ottime
iniziative ed oggi pensioni, ristoranti, chalet, persino una
scuola di surf non mancano a Fetovaia. Così fece a Cavoli Gino l'
”Avvocatino”al quale suggerii il nome “La Conchiglia” per
il suo ristorante sul mare, dando così impulso con il suo esempio
ad altre pensioni che si sono poi succedute
fino al Dancing Bahia. Tutto ciò al cospetto del mare
incantevole e di una spiaggia oggi affollatissima, nella quale
negli anni del dopoguerra e nella desolazione più infinita vidi
una volta passeggiare malinconicamente la piccola bimba di Angelo
con una ochetta che la seguiva passo passo sulla battigia come
fosse stato l’unico suo oggetto d’amore. Eppure in questi
luoghi tutto appare zona archeologica. In Seccheto c’era un
punto dove passa la strada che va al mare che tutti chiamano
“gli Schiumoli”, proprio perchè vi si trovavano fino a pochi
anni fa scorie per fusione del ferro e manufatti per la cottura
dei vasi di terra cotta d’epoca romana. I vecchi raccontavano
che diversi bastimenti ne avevano fatto dei grossi carichi di quei
reperti. Esiste a Cavoli una specie di nave medicea scolpita in
granito nel 1560 di metri 3x2x1 che a me pare più una vasca da
bagno. Chi non ha fatto.un bagno nella “vasca della contessa”
che resta sulla punta delle Conche non ha provato niente di più
piacevole, sia per l’acqua chiara e calda, che per il massaggio
benefico naturale che offre il
movimento del liquido che entra ed esce brillantato di
sole. Quella vasca esiste da moltissimi anni ed è risultata da
scavi prodotti dai lavori che gli scalpellini eseguivano per
estrarre i massi. Durante la grande alluvione del 1947 ho visto
nei risucchi delle onde sulla spiaggia di Cavoli grandi colonne
granitiche già ben lavorate che poi la sabbia ha ricoperto. Ho
visto anche un
sarcofago di granito adibito a lavatoio appoggiato ad una casa.
Durante gli scavi delle fondamenta per il Bahia venivano fuori
cocci d’anfora e pipette di terracotta che Gigi Batignani
conferma di aver visto. A proposito di antichità, c’è un
vecchio nella Valle che racconta ancora delle lotte tra il Vescovo
e il pirata Barbarossa con parole vecchie del mondo medievale,dal
fascino strano come dal documento “ Tanfani si sente”: “a
maestro Pucci 6 lire e 16 soldi per ispese
che fe’ a Pietrasanta per ronzino suoe ispese ebe a dì 9
di Gennaio 1397 fiorini 100“ L’amico Nenitto ne sa qualcosa
perché ne è rimasto entusiasta. Lungo la scogliera di Seccheto,
nei pressi della piscina naturale dove sfocia il ruscelletto e
persino al Garian, si notano ancora delle tracce di scavi sul
taglio del granito, nelle cui insenature i Romani a.C. mettevano
il legno che bagnavano perché si gonfiasse, facendo così forza
nella traccia e quindi provocando la spaccatura del masso in tutta
la sua lunghezza. Del resto nessuno può negare che a pochi Km, a
largo di Chiessi, non vi sia una nave romana a quaranta metri di
fondale dalla quale molti sub hanno rubato e portato via molte
anfore. L’antico interesse per le nostre zone oltre che per i
rifornimenti, è avvenuto anche per mezzo della lavorazione del
granito che abbonda ed è economicamente valido.
Il granito elbano
è del periodo miocenico come quello di Gavorrano e Giglio ed
attraversa ed altera i sedimenti dell’eocene superiore. Mentre i
minerali di ferro dell’Elba si trovano racchiusi tra scisti
argillosi a
riposo con i calcari al tetto, i filoni di granito terziario, a
livelli diversi dalla serie geologica, attraversano gli scisti
presiluriani racchiudendo tutti i fenomeni di mineralogia. A
sud-ovest dell’isola sono rimasti depositi di rocce granitiche
pure e lo dimostrano gli scalpellini che talvolta trovano nella
pietra che lavorano dei vuoti, ricchi di conglomerati quarzosi
ottimi. |
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Durante il processo di estrazione magnetica dal granito
terziario mote rocce sedimentarie hanno dato speciali prodotti al
contatto con il granito, come la chiastolite, il pigimento, ed
anche minerali di ferro allo stato solfur-ossido. Questo
bellissimo granito di seccheto ha cave di straordinaria antichità
e di importanza millenaria per i lavori eseguiti. Infatti nelle
cave sono stati effettuati tagli enormi lungo la costa ed i fossi
di Cavoli e Valle Buia, proprio nel cuore della pietra omogenea e
compatta. Tutto ciò per cavare colonne di 10-12 metri di
lunghezza ed anche 1.5 di larghezza che servirono per Roma,
Firenze e Pisa che le trapiantarono con arte nelle loro chiese ed
in opere architettoniche come il Pantheon, il Duomo, il Battistero
e sotto i portici della Rotonda. Si dice che molte colonne siano
nella cattedrale di Aquisgrana ed a Firenze se ne vedono in San
Giovanni, in San Iacopo sopr’Arno e in Santa Felicita. Secondo
l’abate Bono nel 1047 si dice che i Pisani portassero via da
Seccheto molte colonne di epoca romana e alcune di queste sono in
San Michele in Borgo che allora restava fuori le porte.
Colonne sono nel Battistero dal 1159, altre in Borgo Stretto e
nella navata centrale del Duomo pisano per braccia quadre 16x6 e
1/6. Io stesso ho visto nel fosso di Valle Buia tagli di colonne
enormi e con la mia scolaresca ne ho viste sotto la polveriera di
cui una è di circa 8 metri che
porta una scritta che dovrebbe essere ormai per tutti “Opera
Pisana” ( che giace abbandonata come altre decine e decine). Su
questa colonna c’è stata imbastita una leggenda allegra che
perdura nel tempo, dato che tutti questi movimenti estrattivi di
colonne sono avvenuti tra il 1000 e il 1500,escludendo l’opera
romana quando lavoravano gli schiavi. Questa leggenda dice che
sopra la colonna ci fosse scritto una volta:- Beato sarà chi mi
volterà. Poi dopo la
rimozione si dice che sia apparsa questa scritta :- Beato è stato
chi mi ha voltato…non potevo più stare su quel lato!
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