FIAMMA  NERA


 

               

 

        KONIGIN II alias FIAMMA NERA

La bella imbarcazione da crociera di queste foto certamente nel vederla veleggiare non passa inosservata. E' il disegno n.257 del cantiere tedesco Abeking & Rasmussen, uno dei più prestigiosi costruttori di imbarcazioni e navi da diporto.E' stata varata nel 1912 col nome di "Konigin II",successivamente ribattezzata  "Fiamma Nera", e adesso è in vendita.Forse ci sono imbarcazioni più rappresentative dei lavori del celebre cantiere tedesco, che gia neglianni '20 si distingueva per l'eleganza e raffinatezza dei suoi disegni, nella produzione di yacht di lusso davvero esclusivi; tuttavia Fiamma Nera porta più che degnamente la firma del suo architetto, Rasmussen appunto. Queste le sue caratteristiche:
è una yawl classica di 23.70 m, larga 4.70 m,pescaggio 2.80 m peso 40.7t, costruita totalmente in teak e mogano con alberi e bompresso in pitch pine e scafo foderato in rame.  Ha una linea piuttosto elegante ma decisa,con un lungo slancio di poppa a cui si contrappone invece uno slancio di prua corto e arrotondato, tipico delle barche nord-europee di quell'epoca .
Ma non sono queste caratteristiche che la rendono particolare, e la sua storia non parla di epiche avventure di mare e marinai di terre lontane o di storiche imprese sportive.

        

 Questa era la barca del Duce, che  più che navigarci, la usava per i suoi incontri segreti con Claretta Petacci.
La "Konigin II" venne acquistata nel '35 dal gerarca fascista Alessandro Parisi Nobile, che le impose il nome di "Fiamma Nera" (niente in quel periodo doveva essere lasciato al caso!), concedendola poi a Mussolini e alla giovane Claretta.Certamente lontano dalla costa era più facile per il Duce proteggere il segreto dei propri incontri clandestini con la bella amante!
I particolari di questa storia d'amore sono faccenda per gli storici, ma di sicuro la "Fiamma Nera" ne è stata inconsapevole testimone, e in parte ne ha condiviso l'amaro destino.

  

               

   Caduto il regime, nel 43 venne affondata davanti aRapallo dal proprio armatore  per non farlacadere nelle mani dei Tedeschi, sperando un giorno di riportarla alla luce. Lì invece vi restò finché neldopoguerra il conte Sereni non la  recuperò  per restaurarla, ribattezzandola "Serenella". Nel '56 passò al Principe Cremisi col nome di "Estrela deGuaruja", infine la ritroviamo come nave-scuola del
Circolo della Vela di Roma, ormeggiata a Fiumicino in pessime condizioni.
Nel gennaio 2002 viene trasferita a Viareggio per i restauri e nel luglio dello stesso anno, tornata agli antichi splendori nonché attrezzata della più moderna strumentazione,  prende di nuovo il largo.

 Considerazioni personali: Quando ci si mette al timone
e si molla l'ormeggio, qualunque sia il motivo o la
meta o il tipo di barca, la prima sensazione che si ha
è quella della libertà. Libertà da regole e leggi che
a terra spesso ci sembrano troppe e incomprensibili e
che le capisce solo chi le mette, dal tempo che
scorre, dagli spazi ristretti.Si entra in un altro
mondo con tempi diversi e   regole diverse, dettate
solo dal vento e dalle onde, che seguono la naturale
logica del 2+2=4 e che lasciano ben più ampio margine
all'iniziativa personale proprio perché l'unico che
può imporre qualcosa è solo il mare; e ciò che impone
è perentorio, ma comprensibile da tutti. Questa
sensazione accompagna la nostra attività, qualunque
sia, finché non mettiamo di nuovo piede a terra e ci
fermiamo sulle strisce per attraversare la strada ( e
magari andare a pagare l'ormeggio!), allora ne resta
solo il ricordo. La barca è il mezzo per lasciare la
riva, nel suo nome e nella sua storia c'è la vita del
suo comandante, racconta la storia delle
personalissime scelte che questi ha fatto proprio in
virtù di quella libertà, per vivere la sua vita
perfetta. E' proprio questo il motivo che scatena
crisi di gelosia irrazionali di mogli e fidanzate che
vedono nell'imbarcazione da crociera una rivale in
amore, o dei pescatori siciliani e ponzesi che
preferiscono dare nomi di Santi o dei propri avi ai
loro pescherecci, piuttosto che nomi di donna a meno
che non sia una Santa o la mamma,che è la stessa cosa.
Premesso tutto questo, quali sensazioni si possono avere al timone di Fiamma Nera? E' vero che questa imbarcazione ci da un'immagine
diversa e romantica del Duce, rispetto a quella del
fiero condottiero che tutti conosciamo; ma a me
personalmente resta difficile immaginare Mussolini
che, ormeggiato nel golfo di Sorrento, canta una
serenata alla Petacci,o che mostrandole il cielo
stellato di una notte estiva in una rada chissà dove
in Sardegna le dice che i suoi occhi sono ancora più luminosi di tutta la Via Lattea. E ancora più
difficile mi è immaginare il Duce che tentando di
interpretare l'improvviso approssimarsi di nuvole nel cielo ammette di non capirci niente! Ma anche se così fosse sarebbe terribile. In quegli anni molte persone avrebbero voluto soltanto tornare dai campi e trovare la cena pronta e la famiglia riunita; invece si stavano ritirando dalla Russia, senza sapere cosa ci facevano lì, né capire perché ce li avevano mandati, senza tornare più.
Gia dal nome che la piega al Regime, Fiamma Nera mi evoca tutto il contrario di quella libertà, e la sua storia di mare,sconosciuta, passa in secondo piano
rispetto alla storia tremenda dell'uomo che l' ha
occupata. Secondo me sarebbe stato meglio e molto più romantico che, col suo carico di ricordi, Fiamma Nera fosse rimasta in fondo al mare nel bellissimo golfo di Rapallo!
  

 

 <<            A cura di Leonardo Bacci                       >>
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