IL PAESE DI LORENZANA Del progresso nessuno può dir male se al cessar dell'antica soggezione a pochi ricchi d'epoca feudale, c'è il diritto alle cure e all'istruzione. Ciò va permesso! guai a dimenticare le rapine ai raccolti e alle persone |
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per "patti" iniqui e leva militare che ne facevan carne da cannone.... Oh quanti nomi su negletti marmi: candidi eroi e vittime innocenti, giovin costretti ad imbracciar le armi contro nemici ignoti a lor parenti. Ed il sudor dei campi, che la Bibbia decretava qual rea maledizione,stà trovando in trattori e mietitribbia, |
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pur se tardiva, un po' di redenzione.... Tuttavia chi per ceppo o per età serba vivo il ricordo di un passato pregno di affetti e solidarietà, ricorda il vecchio amato e rispettato e lo scambio dell'opre qual disegno, non a fin venal, ma stare assieme ad affrontar lavor di grosso impegno |
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qual coglier grano,uva o sparger seme. .Poi dopo cena accanto al gran camino "la veglia"con i vecchi e i più piccini, e scorrevan racconti, e pure il vino, sino al brusco finir degli stoppini. A, quel tempo ne' campi bei "doppioni" di pingui viti, lor facean corone, |
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e dorati pagliai dai gran pancioni ornavan l'aia tra polli e faraone; tiravan bianchi buoi tardi e pazienti, con il passo ondeggiante, la coltrina, mentre con mille solchi rilucenti si copriva di rughe la collina;
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eran "nostrane" tutte le sementi riprodotte da più generazioni, davan prodotti sani ed eccellenti senza veleni né medicazioni col grano "Frassineto" la massaia feceva un pan si buono e profumato che di gustosi effluvi empiva l'aia e il suo sapor s'è ahimè dimenticato. Il campanil scandiva la giornata del pio lavorator con le sue ore ed il doppio festivo lo chiamava a rispettare il giorno del Signore. |
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Oh nel paese rifiorisse adesso ciò ch'a tutti è rimasto infondo al cuore e, proprio con l'aiuto del progresso, vivere assieme con l'antico amore.
Franco Pellegrini
titolo "RIMEMBRANZE "
Lorenzana dicembre '94
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