Il segreto del racconto del Diluvio
quando lui Utnapishtim, regnava a Shuruppak, gli dèi decisero di
lasciare che il diluvio annientasse il genere umano; allora Enki
in gran segreto, gli disse di costruire uno speciale sommergibile
e di prendere a bordo la sua famiglia e il seme di ogni essere
vivente. Un navigatore fornito da Enki diresse l'imbarcazione
verso il monte Ararat.....
DALL'"EPOPEA DI GILGAMESH" TAVOLETTA UNDICESIMA
Gilgamesh
incalza Utanapishtim (1-7)
Gilgamesh
parlò a lui, al lontano Utanapishtim:
"Io
guardo a te, Utanapishtim,
le
tue fattezze non sono diverse, tu sei uguale a me,
si,
tu non sei diverso, uguale a me sei tu!
Il
mio animo è tutto proteso a misurarsi con te,
e
tuttavia il mio braccio è inerme contro di te!
Perciò
dimmi: come sei entrato nella schiera degli dei,
ottenendo
la vita?".
Gli
dei decidono la massima punizione (8-19)
Utanapishtim
parlò a lui, a Gilgamesh:
"Una
cosa nascosta, Gilgamesh, ti voglio rivelare,
e
il segreto degli dei ti voglio manifestare.
Shuruppak
- una città che tu conosci,
che
sorge sulle rive dell'Eufrate -
questa
città era già vecchia e gli dei abitavano in essa.
Bramò
il cuore dei grandi dei di mandare il diluvio.
Prestarono
il giuramento il loro padre An,
Enlil,
l'eroe, che li consiglia,
Ninurta
il loro maggiordomo,
Ennugi,
il loro controllore di canali;
Ninshiku-Ea
aveva giurato con loro.
Il
dio della saggezza rivela ad Utanapishtim la decisione divina
(29-47)
Le
loro intenzioni (quest'ultimo) però le rivelò
ad
una capanna:
"Capanna,
capanna! Parete, parete!
Capanna,
ascolta; parete, comprendi!
Uomo
di Shuruppak, figlio di Ubartutu,
abbatti
la tua casa, costruisci una nave,
abbandona
la ricchezza, cerca la vita!
Disdegna
i possedimenti, salva la vita!
fai
salire sulla nave tutte le specie viventi!
La
nave che tu devi costruire -
le
sue misure prendi attentamente,
eguali
siano la sua larghezza e la sua lunghezza - ;
tu
la devi ricoprire come l'Apsu".
Io
compresi e così io parlai al mio signore Ea:
"L'ordine,
mio signore, che tu mi hai dato,
l'ho
preso sul serio e lo voglio eseguire.
Che
cosa dico però alla città, agli artigiani e agli anziani?"
Ea
aprì la sua bocca,
così
parlò a me il suo servo:
"Tu,
o uomo, devi parlare loro così:
'Mi
sembra che Enlil sia adirato con me;
perciò
non posso vivere più nella vostra città
non
posso più porre piede sul territorio di Enlil.
Per
questo voglio scendere giù nell'Apsu, e là abitare
con
il mio signore Ea.
Su
di voi però Enlil farà piovere abbondanza,
abbondanza
di uccelli, abbondanza di pesci.
Egli
vi regalerà ricchezza e raccolto.
Al
mattino egli farà scendere su di voi focacce,
di
sera egli vi farà piovere una pioggia di grano".
Fervono
i lavori per la costruzione dell'arca (48-88)
Appena
l'alba spuntò,
si
raccolse attorno a me tutto il paese;il falegname porta la sua
ascia,
il
giuncaio porta il suo ...
[
] I giovani uomini [ ]
le
case [ ] le mura di mattoni.
Anche
i bambini portano pece.
Il
povero [ ] portò il necessario.
Al
quinto giorno disegnai lo schema della nave;
la
sua superficie era grande come un campo, le sue pareti
erano
alte 120 cubiti.
Il
bordo della sua copertura raggiungeva anch'esso 120 cubiti.
Io
tracciai il suo progetto, feci il suo modello:
suddivisi
la superficie in sei comparti,
innalzai
fino [ ] sette piani.
La
sua base suddivisi per nove volte.
Nel
suo mezzo infissi pioli per le acque;
scelsi
le pertiche e approntai tutto ciò che serviva
alla
sua costruzione:
tre
sar di bitume grezzo versai nel forno,
tre
sar di bitume fine impiegai;
la
gente che portava i canestri erano tre sar,
essi
portavano l'olio:
tranne
un sar di olio che i [ ] hanno consumato,
due
sar di olio sono stati messi da parte dal marinaio.
Come
approvvigionamento macellai buoi,
giorno
dopo giorno uccisi pecore;
mosto,
birra, olio e vino
gli
artigiani bevvero come fosse acqua del fiume,
essi
celebrarono una festa come se fosse la festa
del
Nuovo Anno!
Al
sorgere del sole io feci un'unzione;
al
tramonto la nave era pronta.
Il
varo della nave era molto difficile;
corde
per il varo furono lanciate sopra e sotto;
due
terzi di essa stavano sopra la linea d'acqua.
Tutto
ciò che io possedevo lo caricai dentro:
tutto
ciò che io possedevo di argento lo caricai dentro,
tutto
ciò che io possedevo di oro lo caricai dentro,
tutto
ciò che io possedevo di specie viventi le caricai dentro:
sulla
nave feci salire tutta la mia famiglia e i miei parenti,
il
bestiame della steppa, gli animali della steppa,
tutti
gli artigiani feci salire.
L'inizio
del diluvio me lo aveva indicato Shamash:
"Al
mattino farò scendere focacce, la sera farò piovere
una
pioggia di grano;
allora
sali sulla nave e chiudi la porta!".
Il
diluvio distrugge ogni forma di vita (89-134)
Venne
il momento indicato:
al
mattino scesero focacce, la sera una pioggia di grano.
Io
allora osservai le fattezza del giorno:
al
guardarlo, il giorno incuteva paura.
Entrai
dentro la nave e sprangai la mia porta.
Al
marinaio Puzuramurri, il costruttore della nave,
regalai
il palazzo con tutti i suoi averi.
Appena
spuntò l'alba,
dall'orizzonte
salì una nuvola nera.
Adad
all'interno di essa tuonava continuamente,
davanti
ad essa andavano Shullat e Canish;
i
ministri percorrevano monti e pianure.
Il
mio palo d'ormeggio strappò allora Erragal.
Va
Ninurta, le chiuse d'acqua abbatte.
Gli
Anunnaki sollevano fiaccole,
con
la loro luce terribile infiammano il paese.
Il
mortale silenzio di Adad avanza nel cielo,
in
tenebra tramuta ogni cosa splendente.
[
] Il paese come un vaso egli ha spezzato.
Per
un giorno intero la tempesta infuriò,
il
vento del sud si affrettò per immergere le montagne
nell'acqua:
come
un'arma di battaglia la distruzione si abbatte
sugli
uomini.
A
causa del buio il fratello non vede più suo fratello,
dal
cielo gli uomini non sono più visibili.
Gli
dei ebbero paura del diluvio,
indietreggiarono,
si rifugiarono nel cielo di An.
Gli
dei accucciati come cani si sdraiarono la fuori!
Ishtar
grida allora come una partoriente,
si
lamentò Beletili, colei dalla bella voce:
"Perché
quel giorno non si tramutò in argilla,
quando
io nell'assemblea degli dei ho deciso il male?
Perché
nell'assemblea degli dei ho deciso il male,
dando,
come in guerra, l'ordine di distruggere le mie genti?
Io
proprio io ho partorito le mie genti
ed
ora i miei figli riempiono il mare come larve di pesci".
Allora
tutti gli dei Anunnaki piansero con lei.
Gli
dei siedono in pianto.
Secche
sono le loro labbra; non prendono cibo!
Sei
giorni e sette notti
soffia
il vento, infuria il diluvio, l'uragano livella il paese.
Quando
giunse il settimo giorno, la tempesta, il diluvio
cessa
la battaglia,
dopo
aver lottato come una donna in doglie.
Si
fermò il mare, il vento cattivo cessò e il diluvio si fermò.
Io
osservo il giorno, vi regna il silenzio.
Ma
l'intera umanità è ridiventata argilla.
Come
un tetto è pareggiato il paese.
La
missione esplorativa degli uccelli (135-154)
Aprii
allora lo sportello e la luce baciò la mia faccia.
Mi
abbassai, mi inginocchiai e piansi.
Sulle
mie guance scorrevano due fiumi di lacrime.
Scrutai
la distesa delle acque alla ricerca di una riva:
finché
ad una distanza di dodici leghe non scorsi un'isola.
La
nave si incagliò sul monte Nisir.
Il
monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere;
un
giorno, due giorni, il monte Nisir prese la nave
e
non la fece più muovere;
tre
giorni, quattro giorni, il monte Nisir prese la nave
e
non la fece più muovere;
cinque
giorni, sei giorni, il monte Nisir prese la nave
e
non la fece più muovere.
Quando
giunse il settimo giorno,
feci
uscire una colomba, la liberai.
La
colomba andò e ritornò,
un
luogo dove stare non era visibile per lei, tornò indietro.
Feci
uscire una rondine, la liberai;
andò
la rondine e ritornò,
un
luogo dove stare non era visibile per lei, tornò indietro.
Feci
uscire un corvo, lo liberai.
Andò
il corvo e questo vide che l'acqua ormai rifluiva,
egli
mangiò, starnazzò, sollevò la coda e non tornò.
Sacrifici
propiziatori del superstite (155-176)
Feci
allora uscire ai quattro venti tutti gli occupanti
della
nave e feci un sacrificio.
Posi
l'offerta sulla cima di un monte.
Sette
e sette vasi vi collocai:
in
essi versai canna, cedro e mirto.
Gli
dei odorarono il profumo.
Gli
dei odorarono il buon profumo.
Gli
dei si raccolsero come mosche attorno all'offerente.
Dopo
che Beletil fu arrivata
innalzò
in alto le sue grandi 'mosche' che An aveva fatto
per
la sua gioia:
"Voi,
o dei (fate si) che io non dimentichi il lapislazzuli
del
mio collo!
che
io ricordi sempre questi giorni e non li dimentichi mai!
Gli
dei vengano all'offerta,
ma
Enlil non venga all'offerta,
perché
egli ha ordinato avventatamente il diluvio,
destinando
le mie genti alla rovina!".
Dopo
che Enlil fu arrivato,
vide
la nave e si infuriò Enlil,
d'ira
si riempì il suo cuore verso gli dei Igigi:
"Qualcuno
si è salvato? Eppure nessun uomo
doveva
sopravvivere alla distruzione".
Ninurta
aprì la sua bocca e disse, così parlò ad Enlil l'eroe:
"Chi
può aver escogitato ciò se non Ea?
Solo
Ea conosce tutti i sotterfugi!".
L'ultimo
diverbio nel mondo divino (177-196)
Ea
aprì allora la sua bocca e parlò ad Enlil, l'eroe:
"O
eroe, tu il più saggio fra gli dei,
come,
come hai potuto agire così sconsideratamente,
ordinando
il diluvio?
Al
colpevole imponi la sua pena, a colui che commette
un
delitto imponi la sua pena,
flettilo,
ma non venga stroncato; tiralo, ma non sia spezzato!
Piuttosto
che mandare il diluvio, sarebbe stato meglio che
un
leone fosse venuto e avesse fatto diminuire le genti!
Piuttosto
che mandare il diluvio, sarebbe stato meglio che
un
lupo fosse venuto e avesse fatto diminuire le genti!
Piuttosto
che mandare il diluvio, sarebbe stato meglio che
una
carestia si fosse abbattuta sul paese e lo avesse decimato!
Piuttosto
che mandare il diluvio, sarebbe stato meglio che
la
peste si fosse abbattuta sulle genti e le avesse decimate!
Per
quanto mi riguarda io non ho tradito il segreto dei
grandi
dei!
Ho
fatto avere soltanto un sogno ad Atramkhasis, al saggio
per
eccellenza! Così egli comprese il segreto dei grandi dei!
Ora
però prendi per lui una decisione".
Enlil
salì allora sulla nave,
prese
la mia mano e mi fece alzare,
prese
mia moglie e la fece inginocchiare al mio fianco.
Toccò
la nostra fronte e stando in mezzo a noi ci benedisse:
"Prima
Utanapishtim era uomo,
ora
Utanapishtim e sua moglie siano simili a noi dei.
Risieda
Utanapishtim lontano, alla foce dei fiumi".
Essi
allora mi presero e mi fecero abitare lontano,
alla
foce dei fiumi.
Ed
ora chi potrà far radunare per te gli dei
in
modo che tu trovi la vita che tu cerchi?
Orsù,
cerca di non dormire per sei giorni e sette notti".
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