Capitolo 8 LA FUGA NEL PUNJAB
Quando
Nyhellenia morì, volevamo scegliere un'altra madre, ed alcuni di noi
desideravano andare a Texland per cercarla; ma i sacerdoti, che erano
tutti potenti fra le loro genti, non lo permettevano, e ci accusarono
davanti al popolo di essere profani. Questo riguarda Geertmen: Quando
Hellenia o Minerva morì, i sacerdoti finsero di essere con noi, e per
farlo apparire così, divinizzarono Hellenia. Rifiutarono di scegliere
un’ altra madre, dicendo che temevano non ci fosse nessuna fra le sue
ancelle di cui si potevano fidare come
si erano fidati di Minerva, di soprannome Nyhellenia. Ma non
riconoscemmo Minerva come una dea, perché ella stessa ci aveva detto
che nessuno poteva essere perfettamente buono tranne lo spirito di
Wr-Alda. Quindi scegliemmo Geert la figlia di Pira per nostra madre.
Quando i sacerdoti videro che non potevano friggere le loro aringhe sul
nostro fuoco (tutto ha la propria maniera), lasciarono Atene, e dissero
che rifiutavamo di riconoscere Minerva come una dea per invidia, perché
aveva mostrato molto affetto ai nativi. Dopo dettero alle persone statue
di lei, dichiarando che potevano chiedere a queste a loro piacimento,
così come erano stati suoi devoti. Con questi tipi di favole le persone
stupide furono allontanate da noi, e alla fine ci attaccarono; ma
siccome avevamo costruito il nostro muro di cinta in pietra con due
bastioni giù verso al mare, non ci poterono prendere. Poi, guarda e
contempla! un gran sacerdote egiziano, occhio luminoso, chiaro di
cervello, ed illuminato di mente, il cui nome era Cecrope, venne a
dargli consiglio. Quando vide che con le sue persone non poteva
violare il nostro muro, inviò dei messaggeri a Tiro. Di lì a poco
arrivarono trecento navi piene di soldati della montagna selvaggia, che
inaspettatamente navigarono nel nostro rifugio mentre difendevamo le
mura. Quando presero il nostro porto, i soldati selvaggi vollero
saccheggiare il villaggio e le nostre navi – uno inoltre incantò una
ragazza - ma Cecrope non lo permise; ed i marinai di Tiro, che ancora
avevano sangue Frisone nelle loro vene, dissero, "Se voi farete
questo bruceremo le nostre navi, e non vedrete mai più di nuovo le
vostre montagne." Cecrope, che non aveva l’inclinazione
dell'assassinio o della devastazione, inviò i messaggeri a Geert,
richiedendole di rinunciare alla cittadella, offrendo la sua uscita
libera con tutte le sue proprietà
sia vive che inerti, e pure dei suoi discepoli. Il più saggio
dei cittadini, vedendo che non potevano tenere la cittadella, avvisò
Geert di accettare subito, prima che Cecrope fosse diventato furioso e
cambiasse idea. Tre mesi dopo Geert partì con i migliori dei figli di
Frya, e sette volte dodici navi. Poco dopo che lasciarono
il porto incontrarono almeno trenta navi che venivano da Tiro con
donne e bambini. Erano sulla via per Atene, ma quando sentirono come
stavano le cose lì andarono via con Geert. Il re del mare Thyriesi li
portò tutti attraverso lo stretto che congiungeva a quel tempo il Mar
Rosso al Mediterraneo. Finalmente raggiunsero il Punjab, chiamato nella
nostra lingua i Cinque Fiumi, perché cinque fiumi scorrono insieme
verso il mare. Qui si installarono, e chiamarono il luogo Geertmania. Il
Re di Tiro, vedendo in seguito che tutti i marinai migliori se ne erano
andati, inviò tutte le sue navi con i suoi soldati selvaggi a
riprenderli, vivi o morti. Ma quando arrivarono allo stretto, il mare e
la terra tremarono entrambi. La terra si sollevò in modo che tutta
l'acqua uscì dallo stretto, e le rive fangose si alzarono come un
bastione. Questo accadde a causa delle virtù di Geertmen, come ognuno
può semplicemente capire. Fra le carte di mio padre ho trovato una
lettera di Liudgert il Geertman. Omettendo alcuni passaggi che
riguardano soltanto mio padre, procedo a raccontare il resto: Il Punjab,
cioè “cinque fiumi” dal quale noi ritorniamo, è un fiume di
bellezza straordinaria, ed è chiamato Cinque Fiumi, perché altri
quattro ruscelli scorrono nel mare dalla sua foce. Lontano verso est
c’è un altro grande fiume, il Santo o Sacro Gange. Tra questi due
fiumi c’è la terra degli Indù. Entrambi i fiumi hanno il corso dalle
alte montagne verso le pianure. Le montagne da cui le loro fonti
sgorgano sono così in alto che raggiungono i cieli e quindi queste
montagne sono chiamate Himalaya. Fra gli Indù e gli altri di questi
paesi ci sono delle persone che si incontrano insieme segretamente.
Credono di essere dei figli puri di Finda, e che Finda era nata tra le
montagne Dell'Himalaya, da dove andò con i suoi figli ai bassopiani.
Alcuni di loro credono che lei, con i suoi figli, fluttuò sulla schiuma
del Gange, e che questa sia la ragione del perché il fiume è chiamato
il Sacro Gange. Ma i sacerdoti, che vennero da un altro paese,
rintracciarono queste persone, e li bruciarono, in modo che adesso non
osano dichiarare apertamente il loro credo. In questo paese tutti i
sacerdoti sono grassi e ricchi. Nelle loro chiese ci sono tutti i tipi
di immagini mostruose, molte di queste fatte di oro. All'ovest del
Punjab ci sono gli Yren, o cupi, i Gedrosten, o
fuggitivi, e l'Urgetten, o dimenticati. Questi nomi sono dati
senza rispetto dai sacerdoti, perché sono fuggiti dalle loro usanze e
dalla religione. Al loro arrivo i nostri antenati si stabilirono all'est
del Punjab, ma a causa dei sacerdoti andarono poi all'ovest. In quella
maniera imparammo a conoscere i Yren e le altre persone. Gli Yren non
sono dei selvaggi, ma persone buone, che né pregano né tollerano le
immagini; né sopportano i sacerdoti o le chiese; ma come noi aderiamo
alla luce di Fasta, loro mantengono ovunque il fuoco nelle loro case.
Venendo tuttavia ulteriormente verso occidente, arriviamo al Gedrosten.
Considerazioni sui Gedrosten: si mischiarono con le altre persone, e
parlano una varietà di lingue. Queste persone sono realmente dei
selvaggi assassini, che errano sempre per il paese a cavallo cercando di
derubare, e si fanno ingaggiare come soldati alla scorta dei principi, e
al comando di questi distruggono qualunque cosa che
possono raggiungere. Il paese tra il Punjab e il Gange è piatto
come Friesland vicino al mare, e consiste in foreste e campi, fertili in
ogni parte, ma questo non evita alle persone di morire a migliaia di
fame. Le carestie, comunque, non devono essere attribuite a Wr-Alda o a
Irtha, ma ai principi e ai sacerdoti. Gli Indù sono timidi e remissivi
ai loro principi, come le cerve ai lupi. Quindi gli Yren e gli altri li
hanno chiamati Indù, che significa cerve. Ma sono abusati
spaventevolmente per la loro timidezza. Se gli stranieri venivano a
comprare il granoturco, tutto è trasformato in denaro, e questo non è
disdegnato dai sacerdoti, perché loro, essendo più astuti ed avidi di
tutti i principi messi insieme, sanno molto bene che tutto il denaro
verrà nelle loro tasche. Inoltre le persone soffrono sia dei loro
principi, ed altrettanto per le bestie velenose e selvagge. Ci sono dei
grandi elefanti che a volte in interi branchi vanno a calpestare i campi
di grano ed interi
villaggi. Ci sono grandi gatti neri e bianchi che sono chiamati tigri.
Sono grandi come partorienti, e divorano sia gli uomini che le bestie.
Inoltre tra gli animali che vivono strisciando ci sono dei serpenti
dalla misura di un verme alla misura di un albero. Il più grande può
inghiottire una mucca, ma il più piccolo è anche
il più mortale. Si nascondono fra i frutti ed i fiori, e
sorprendono le persone che vanno a raccoglierli. Chiunque sia morso è
sicuro di morire, siccome Irtha non ha dato nessun antidoto per il loro
veleno, le persone sono arrivati sino
all'idolatria. Ci sono, inoltre, tutti i generi di lucertole, testuggini
e coccodrilli. Tutti questi rettili, come i serpenti, variano dalla
misura di un verme al tronco di un albero. Secondo la loro misura e
ferocia, hanno dei nomi che non posso ricordare, ma i più grandi sono
chiamati alligatori, perché mangiano avidamente il bestiame putrido che
galleggia sul ruscello così come fanno con gli animali vivi che
afferrano. Ad ovest del Punjab da dove siamo venuti, e dove sono nato,
gli stessi frutti e raccolti crescono come sul lato orientale.
Precedentemente lì esistevano anche gli stessi animali che strisciano,
ma i nostri antenati bruciarono tutto il sottobosco, e diligentemente
cacciarono tutti gli animali selvaggi, dei quali non rimaneva quasi più
niente. All'ovest estremo del Punjab si trova la ricca terra di argilla
come pure le aride brughiere, che sembrano senza fine, occasionalmente
macchie varie e belle sulle quali gli occhi rimangono incantati. Fra i
frutti ci sono molti che non ho trovato qui. Fra i vari tipi di
granoturco alcuni sono gialli come l’oro. Ci sono anche delle mele
dorate, tra le quali alcune sono dolci come il miele, e altre acide ed
aspre come l'aceto. Nel nostro paese ci sono delle noci grandi come la
testa di un bambino. Contengono formaggio e latte. Quando sono vecchie
ci fanno l’olio. Con le bucce ci fanno le corde, e con le conchiglie
delle tazze ed altri utensili da famiglia. Tra i legni ho trovato qui il
rovo e le bacche di agrifoglio. Nel mio paese abbiamo degli alberi che
producono delle bacche, grandi come il vostro tiglio, le sue bacche sono
molto più dolci e tre volte più grandi della vostra uva spina. Quando
i giorni sono più lunghi, ed il sole è allo zenith, il corpo di un
uomo non ha l’ombra. Se tu navighi molto lontano verso il
sud e guardando verso l' est al mezzogiorno, il sole brilla sul
suo lato sinistro come fa negli altri paesi sul lato destro. Con questo
finisco. Sarà facile per te, per mezzo di ciò che ho scritto,
distinguere tra i falsi resoconti e le vere descrizioni. Il tuo Liudgert. |